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46010 Curtatone - Mantova

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Cenni storici

le Origini

Secondo la tradizione l'origine del nome di Curtatone è attribuita alla presenza in questa località, estesa nella pianura a destra del Mincio di un accampamento installato dal Console "Curtius Odonis". Gli studi archeologici, tuttavia, hanno evidenziato la presenza di insediamenti umani già in epoca preistorica. Tracce di insediamenti palafitticoli si sono trovate a Buscoldo e a Curtatone dove nel 1867 e 1870 sono state rinvenute tazze di diorite di epoca preistorica. A queste prime popolazioni, originarie della valle del Danubio e scese attraverso il Veneto tra il X e il VII secolo a.c. si sostituirono gli Etruschi, provenienti dalla Toscana e portatori di una civiltà avanzata.
Tra il V e il II secolo a.c. si succedettero invasioni di popolazioni più arretrate che annullarono progressivamente il grado di civiltà portato dagli Etruschi, fino all'inizio della dominazione romana che ha origine nella valle padana nel II secolo a.c. e si protrae fino al 476 d. c. alla caduta dell'impero romano. Nelle valli di Buscoldo furono trovati, nel 1872, un sepolcro con corredo funebre: oltre all'urna cineraria conteneva un vaso votivo, una lucerna policroma, il lacrimatoio e monete in bronzo dell'epoca di Tiberio. A Ponteventuno fu scoperta una piccola necropoli dell'età di Augusto. A Curtatone furono rinvenute strutture murarie romane e una lapide ricordante la famiglia CASSIA SALUSTIA.
I segni più evidenti lasciati dalla dominazione romana sono ancora oggi ben evidenti nel territorio comunale: sono rintracciabili elementi interessanti di centuriazione, conseguenti ad espropri di terre a danno dei coloni locali, coincidenti con quelli stessi che avevano mosso le proteste del grande poeta latino Virgilio. Le tracce rimaste delle centuriazioni sembrano la prova che farebbe risalire gli insediamenti all'epoca della distribuzione delle terre ai veterani. La cartografia evidenzia due strade parallele e dirette che potrebbero essere gli antichi decumani: sono la via che partendo da Mantova giunge a Sabbioneta attraversando le frazioni di Eremo, Montanara e San Lorenzo e la parallela che da Cerese, costeggiando Levata conduce a Ponteventuno. Tali strade sono poi parallele alla Postumia, che corre da Goito fino a Mosio, strada di notevole traffico e di interesse pubblico fondamentale, su cui poggiava la centuriazione dell'intera Gallia Cisalpina.

Successivamente alle invasioni barbariche dei Goti, degli Eruli e degli Unni alla metà del VI secolo d.c. il territorio mantovano cadeva sotto la dominazione dei Longobardi. Con la decadenza della civiltà romana le notizie sulla storia del comune si fanno sempre più frammentarie e sporadiche. Documenti di epoca tardo medievale riferiscono di un luogo costituito da un castello detto "Curtatono" avamposto di un ingegnoso e complesso sistema di fortificazioni costituito da muraglie, alti argini, chiaviche e fossati che, attraversando tutto il territorio comunale, giungeva fino al Po.
castello curtatoneLa città - fortezza di Mantova, protetta su tre lati dal fiume Mincio, completava la propria difesa sul quarto lato verso il comune di Curtatone con un ingegnoso e complesso sistema fortificato costituito da castelli e fortilizi collegati tra loro e alla città tramite vie di comunicazione molto ben evidenziate che da Curtatone portavano a Montanara, Buscoldo, Governolo e quindi al fiume Po. Una possente cortina difensiva a protezione della città di Mantova e del territorio circostante: in caso di assedio la città poteva perciò contare su una vasta fetta di campagna denominata "Serraglio" e corrispondente quindi a quel luogo fortificato a sud di Mantova compreso tra la linea del Po a meridione, la linea del Mincio a oriente, la città di Mantova a settentrione e la cosiddetta Fossa di Curtatone a occidente ricca di castelli e rocchette.

Quest'ultima era un canale artificiale scavato appositamente sul lato occidentale che derivava le sue acque dal lato superiore, presso S. Maria delle Grazie e sfociava nel Po all'altezza di Borgoforte chiudendo la strada a chiunque giungesse da occidente. Gli storici mantovani meno recenti sono concordi nell'attribuire a Sordello da Goito l'idea del "Serraglio". Secondo quanto afferma Federico Amadei, attento cronista settecentesco, la sua costruzione iniziata nel 1215 e terminata nel 1259, comprendeva le terre delimitate dai canali Osone (Fossaviva) e Gherardo. Esso sfruttava le depressioni dei terreni che nei momenti di pericolo venivano allagati dalle acque del Mincio e del Po fatte defluire attraverso una serie di canali e fossati, che contribuivano ad ampliare la zona lacustre intorno alla città di Mantova. Il tronco di canale posto tra Curtatone e Montanara, oggi chiamato "Osone Nuovo", si immetteva nella Fossaviva passando per le valli di Montanara e di Buscoldo e giungeva fino a Borgoforte dove, attraverso la chiavica della locale "Rocchetta", entrava nel Po.

Il Serraglio

Dell'articolato sistema difensivo del Serraglio fecero parte Curtatone , con il suo castello, Montanara, con le tre "rocchette" e Buscoldo con il castello e due torri. Il sistema difensivo di Buscoldo era composto da un castello e da due torri: la prima di queste sorgeva nell'odierna località del Serraglio vicino al ponte su Fossaviva (Rocchetta dei Bussi), la seconda alla "Madonnina". Quest'ultima è probabilmente posteriore (seconda metà del XIV secolo) poiché in una lettera inviata a Ludovico I Gonzaga e datata 1379 si parla di una "turris nova" sulla strada fra il castello e la "rocheta Bussorum".
Il castello di Buscoldo, di cui ci sono notizie fino al 1629, sorgeva dove attualmente vi è l'incrocio fra via Sacca, Via Marconi e la Via Marco Polo di abbastanza recente costruzione, dove ancora esiste un luogo chiamato "il Castello". Nel 1703 in una mappa stampata a Parigi apparve la dicitura "rocca distrutta di Buscoldo". Si suppone che la sua scomparsa sia avvenuta entro un arco di 74 anni, in cui il castello attraversò periodi particolarmente travagliati per il susseguirsi di numerose guerre. Del castello di Curtatone non è rimasta più alcuna traccia mentre è ancora in piedi una delle tre "rocchette" di Montanara detta anche dell'Osone, per il canale che la costeggia, o Casale Rocca. Ne attesta l'antichità un'incisione murale datata 1459 che ricorda Papa Pio II (Enea Silvio Piccolomini) ospite a Mantova in occasione di un Concilio e pellegrino al Santuario della B.V. delle Grazie.
Il Serraglio costituì un'ottima retroguardia difensiva sin dal Medioevo e fu determinante per garantire sostentamento e protezione ai Gonzaga signori di Mantova dal XIV al XVII secolo. Dalle moltissime lettere del quattrocento che i marchesi di Mantova scrivevano ai commissari dei castelli compresi territorialmente nel Serraglio si può arguire che la fortezza era tenuta continuamente sotto controllo. Con la caduta dei Gonzaga e del loro stato, venne anche a cadere, l'importanza strategica del Serraglio. I suoi confini sono così definiti nel 1493: "dal portono della Pradella fino a la rocha de Curtatone, de la rocha fino a la Montanara, de la Montanara fino a Buscoldo, fino tanto dura la fortezza del Seralio".Il suo ricordo permane nella toponomastica: la frazione di Buscoldo conserva infatti ancora oggi una traccia dell'antico toponimo di "Serraglio" ad indicare l'appartenenza alla fascia di protezione. Una raffigurazione sia pur parziale ci è offerta dai suggestivi affreschi quattrocenteschi della sala "della città e dei castelli" nello stabile di piazza Broletto a Mantova, antica sede del palazzo della Masseria.

affrescoLa rinascita dell'anno Mille, caratterizzata da importanti bonifiche, ebbe notevoli effetti anche su Curtatone: il territorio acquistò la sua attuale fisionomia nel XII secolo quando i laghi di Mantova vennero definitivamente sistemati da Alberto Pitentino. L'odierno territorio di Curtatone è sempre stato di proprietà ed uso dei Signori di Mantova, tanto più che la nobiltà urbana ha sempre avuto le radici del suo potere e non solo quello economico, nelle campagne che circondavano le mura cittadine, come testimoniato dalle rocchette ancora esistenti. L'ascesa dei Bonacolsi trovò, per esempio, un valido appoggio nei signori feudali di Montanara e gli stessi Gonzaga nacquero come aristocrazia fondiaria. Conseguentemente si hanno notizie frammentarie provenienti da rogiti o legate ai nomi delle singole località. I primi documenti relativi a Curtatone risalgono al 1000 e al 1300 nei quali già i luoghi sono indicati con i nomi attuali.

Il nome di Montanara deriverebbe dal latino medievale "Montanarius" e poi "Montanaria" con riferimento all'altitudine superiore rispetto ai luoghi vicini. Di Buscoldo si parla per la prima volta in documenti del 1165 : si tratterebbe di una denominazione che tiene conto delle caratteristiche morfologiche del terreno un tempo leggermente ondulato: Bosco Alto, Buscoldo. Si sa che la zona, anticamente era scarsamente popolata, parte paludosa, parte poco adatta alle colture, quindi la boscaglia vi dominava. L'esistenza della boscaglia è testimoniata da documenti conservati nell'Archivio di Stato di Mantova. Ci sono infatti, richieste da parte di cittadini al marchese Gianfrancesco Gonzaga per poter raccogliere legna nella zona del Serraglio. Se la zona era poco ospitale per la natura dei luoghi, non era altrettanto sicura nei periodi di guerra, perché nonostante le opere di difesa, il Serraglio fu invaso dai nemici parecchie volte e gli scarsi abitanti dovettero sopportare le angherie delle truppe: incendi e atrocità. Da ciò si può spiegare la mancanza di particolare interesse per il possesso di quelle terre da parte della nobiltà mantovana. Nel nome, Curtatone conserva l'eco di vicende feudali. Stando ad alcuni documenti il termine potrebbe derivare da "Curte Otonis" ma anche "Curtis Atonis", da Attone di Canossa, conte di Mantova o più semplicemente da un involgarimento di "Curtis" luogo recintato come si trova nei documenti dell'VIII - X secolo. In un documento dell'XI secolo si fa cenno della chiesa di S. Giovanni in "Curia Odonis", dipendente dall'Arcipretura di Rivalta. Come altri centri della provincia, prima del consolidamento dei Gonzaga, Curtatone fu oggetto di diverse scorrerie e occupazioni.

Dal XIV al XVII secolo

Nel 1348 scoppiò la guerra fra Luchino Visconti, alleato con gli Este e con gli Scaligeri, e i Gonzaga, per i possedimenti che geograficamente erano considerati Viscontei (Piadena, Solferino, Castiglione, Asola). Gli Scaligeri si accamparono a Curtatone e saccheggiarono il territorio esterno alle difese. La cintura del Serraglio resse bene agli assalti, le truppe Estensi e Scaligere furono fermate a Governolo permettendo ai Gonzaga di uscire vittoriosi.
Nel 1368 nuova campagna contro Mantova da parte degli Scaligeri e dei Visconti. I Gonzaga si affrettarono a riparare i danni alle difese della guerra del 1348 grazie agli alleati confluiti nella Lega promossa da papa Urbano V contro i Visconti. Verso la fine dell'anno , tra novembre e dicembre, Bernabò Visconti distrugge circa tre chilometri di fortificazioni al Serraglio e alla Fossa di Curtatone e saccheggia il territorio. È intorno a quegli anni che si fa risalire la scomparsa di Prato Lamberto, un paese risucchiato nel nulla verso la fine del XIV secolo: gli ultimi documenti disponibili sono del 1383. Dalle cronache del tempo, esso risultava uno dei centri più importanti del circondario che dal lago Superiore si estendeva fino alle borgate di S. Lorenzo, Curtatone e Montanara e dove già dal XI secolo vi si svolgeva una discreta attività economica. Secondo gli studiosi, nei quali ancora oggi suscita curiosità il mistero che circonda la scomparsa di questa località, è probabile che il paese sia stato saccheggiato e distrutto da Gian Galeazzo Visconti che nel 1397 invase il Mantovano e successivamente cancellato dalla terribile pestilenza che scoppiò in quello stesso periodo. Il suo territorio tuttavia divenne famoso poiché pare che proprio qui sia stato fatto erigere il Santuario della Beata Vergine delle Grazie.
Nel 1526 le truppe dell'Arciduca d'Austria, entrate dal paese di Curtatone, transitano per il Serraglio in direzione di Borgoforte per proseguire verso Est col consenso di Federico Gonzaga.
Nel 1629, guerra per la successione a Mantova e nel Monferrato, Carlo di Nevers rafforza le difese di Mantova e schiera tremila fanti al Serraglio. A seguito della resa delle truppe veneziane, tradizionali alleati dei mantovani, le truppe imperiali entrano nel mantovano. Carlo di Nevers pose un'ultima speranza difensiva nel Serraglio ma deve rientrare in Mantova che verrà cinta d'assedio. A fine dicembre la cattiva stagione e la peste obbligano gli imperiali a levare l'assedio e Carlo di Rethel riconquista per i Gonzaga Curtatone, Montanara e Buscoldo. Il 15 gennaio 1630 sulla strada tra Curtatone e Montanara, un reparto di cavalleria ducale sconfigge un forte nucleo di imperiali infliggendo gravissime perdite. Nella guerra di successione spagnola, Mantova si trova alleata con Francia e Spagna contro gli Asburgo d'Austria.
Le armate imperiali condotte da Eugenio di Savoia alla fine del 1701 occupano Curtatone con l'intento di porre il blocco a Mantova. Nel 1702 occupati successivamente Gazzuolo e Goito, Eugenio di Savoia è costretto a ritirarsi attraverso il Serraglio e Borgoforte fino a Luzzara. Dopo l'annessione della Lombardia e del Veneto all'Austria nel 1714 vengono chiusi numerosi Conventi sia nella città che nelle campagne, tra questi quello dei Certosini. Nel territorio del Comune di Curtatone, nella zona compresa tra le Grazie e gli Angeli, esisteva "La Certosa", un complesso monastico costruito nella prima metà del 1400 e distrutta nel 1782 per ordine dell'imperatore d'Austria Giuseppe II. Gli Austriaci iniziano una serie di opere che trasformano definitivamente Mantova in una città fortezza, configurazione che manterrà anche dopo il periodo napoleonico 1796 - 1815 sino al 1866 anno di annessione al regno d'Italia.

La Storia Risorgimentale

Le vicende della prima guerra d'Indipendenza nazionale hanno legato i nomi e i luoghi di Curtatone alla battaglia combattuta il 29 maggio 1848 tra l'esercito che occupava militarmente gran parte dell'Italia comprese le città fortezza del quadrilatero di Mantova, Verona, Peschiera, Legnago e il corpo di spedizione Tosco- napoletano inquadrato nell'esercito piemontese e formato da soldati regolari e da volontari provenienti da Sicilia, Napoli, Roma e dalla Toscana. Insieme a questi il battaglione universitario Toscano detto degli "scolari" costituito da circa 350 studenti al comando dei loro professori tra i quali Giuseppe Montanelli e il geologo Leopoldo Pilla, caduto a Curtatone presso il mulino. Tra i volontari toscani che hanno combattuto a Montanara figurava anche Carlo Lorenzini, in seguito Carlo Collodi autore di Pinocchio.

Il piccolo esercito dei Tosco-Napoletani costituito in tutto da 5000 uomini,
era stato messo a difesa dello Rievoc_storicaschieramento destro dell'esercito piemontese sotto la fortezza di Mantova tra Curtatone, Montanara e San Silvestro. Questo perchè per la scarsa disciplina e il cattivo comando dava poca affidabilità e c'era l'incombente timore che fosse ritirato e mandato in patria. Il 19 maggio il Battaglione Universitario si accampa alle Grazie, come riserva del presidio di Curtatone agli ordini del Generale Cesare Laugier. 

Dipinto_Battaglia

La notte del 28 maggio, il feldmaresciallo Radetzky trasferisce la sua armata da Verona a Mantova. La mattina del 29 maggio l'armata austriaca uscì dalla fortezza di Mantova forte di 30.000 uomini al comando del Generale Radetzky deciso a spostare l'esile linea toscana e piombare sull'esercito piemontese a Goito, prendendolo alle spalle. Le avanguardie entrano in contatto intorno alle 10 quando partono le prime fucilate. L'artiglieria austriaca scatena la sua massa di fuoco mentre quella italiana è pressoché inesistente. Le colonne austro-ungariche, agli Angeli si dividono; una prosegue per il ponte sull'Osone in Curtatone, la seconda prende la strada dell'Eremo per attaccare Montanara e la terza, in appoggio, è destinata ad occupare Buscoldo.

E' una manovra a tenaglia che nei progetti doveva essere rapidissima, data anche la disponibilità di forze degli armamenti. Radetzy fu costretto ad un improvviso ed accanitissimo combattimento che durerà tutto il giorno. Al tramonto, i Toscani, circondati, furono costretti alla ritirata. Le perdite furono gravissime da ambo le parti. La tenace resistenza toscana di quel giorno ritardò l'esecuzione del piano di Radetzky vanificando la sorpresa austriaca e permise a Carlo Alberto di vincere il 30 maggio a Goito ed espugnare la fortezza di Peschiera.

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La Storia Contemporanea

Nel 2° conflitto mondiale il territorio di Curtatone fu teatro di momenti traumatici che culminarono in un tragicoMonumento_Ossario avvenimento il 19 settembre 1943 con l’eccidio di dieci militari italiani.
Essi furono trucidati dai tedeschi per ritorsione alla Valletta Aldriga di Curtatone, a poca distanza da Belfiore, ove quasi un secolo prima gli eroi del nostro Risorgimento morirono perché l'Italia fosse per sempre liberata dallo straniero.

Monumenti, Cippi, Cimeli

A ricordo del mirabile fatto d'armi del 1848 furono eretti due monumenti, inaugurati il 29 maggio 1870 sotto la direzione tenace del Prof. Giovanni Cherubini, presenta il sindaco di Curtatone, Giuseppe Gollini a cui fu consegnata la nota di 201 nomi degli eroi morti nella battaglia. Il disegno è dell'architetto Giuseppe Poggi, un fiorentino che prese parte alla Battaglia; il monumento ossario a Montanara nel cui zoccolo sta scritto "Ai morti per l'indipendenza d'Italia nella battaglia del 29 maggio 1848" e il monumento ai Caduti della Battaglia a Curtatone, all'incrocio dei "4 Venti" dedicato a tutti gli studenti morti dal 1848 al 1945.

Quest'ultimo fu restaurato, con l'aggiunta dell'esedra, dai reduci
del Battaglione Universitario "Curtatone eMonum_Caduti_Curtatone Montanara" costituito nel 1935 e impegnato nella campagna di Etiopia (1935 – 1936). Dopo alcuni decenni di affidamento al Comitato Bur Scibis che si riallaccia al Battaglione dei volontari universitari "Curtatone e Montanara" del 1935 e al Comune di Curtatone che ne curava la manutenzione, nel 1995 fu costituita, per la tutela e la conservazione del monumento, l'Associazione Battaglione Universitario "Curtatone e Montanara" con sede presso l'Università di Bologna. Soci fondatori furono gli Atenei di Bologna, Ferrara, Modena, Padova, Parma, Pavia, Pisa, Siena e Trieste. Gli scopi che l'Associazione persegue sono fissati nello Statuto: "la garanzia che la memoria degli studenti volontari caduti per la Patria sia sempre viva ed onorata e che le loro gesta siano monito alle nuove generazioni universitarie, attraverso il Sacrario costruito in Curtatone, richiede ora e richiederà sempre di più in futuro, il continuo e fedele apporto di quelle Università, Istituti superiori, Collegi ed Accademie Militari che hanno generato volontarismo goliardico, caratterizzato da una storia gloriosa che parte dal 1848 e prosegue fino all'ultima guerra".

Ogni anno in queste due località si tengono solenni cerimonie commemorative della Battaglia del 1848 con la partecipazione delle Università Toscane e dell'Associazione Battaglione Universitario Curtatone e Montanara che ha sede presso l'Università di Bologna. E' intenzione dell'Amministrazione Comunale di Curtatone realizzare un eco-museo della Battaglia, un percorso museale per conservare e salvaguardare i luoghi della Battaglia rimasti integri nel tempo sia nel loro aspetto strutturale che ambientale. Un cippo recuperato dalla compagna e posto nel cortile delle scuole elementari di Montanara ricorda inoltre la morte di un ufficiale austriaco e su una lapide collocata nell'atrio delle sede municipale di Curtatone, sono incisi i nomi di tutti i caduti italiani nella giornata del 29 maggio 1848. Tre lapidi ricordanti la Battaglia sono murate nelle parti esterne del Santuario della B. V. delle Grazie. I pochi cimeli raccolti col tempo sono andati perduti, rimane solo una palla di cannone conficcata nel punto di caduta nella chiesa parrocchiale di Montanara. Anche il passaggio napoleonico del 1796 lasciò tracce visibili: lo testimonia un cippo nel cimitero di Montanara, dedicato ai caduti austriaci e francesi.

Monumento ai caduti

A Curtatone presso la valletta Aldrirga è stato eretto un monumento che ricorda i dieci soldati italiani fucilati dai tedeschi nel 1943; inoltre ad una ventina di metri dalla fossa comune nella quale furono sepolti i dieci martiri, si erge tuttora l'albero della fucilazione, un pioppo tornato rigoglioso a seguito di un efficace intervento di recupero disposto nel 1997 dal Comune di Curtatone. In territorio di Curtatone era pure (fino al 1906) un tumulo marmoreo a ricordo dei Martiri di Belfiore giustiziati nell'omonima Valletta tra il 1851 e il 1854 che il Ministero della Guerra aveva concesso di collocare a Belfiore, a quel tempo compreso nei confini geografici di Curtatone, con dispaccio del 12.06.1872 n. 4869 seguito da nota del 18.06.1872 n. 1696 della locale Direzione del Genio Militare, trattandosi di terreno fortilizio.

Il 14 ottobre 1866 , come risulta dal verbale esistente negli atti della Commissione, un nucleo di cittadini promosse una sottoscrizione pubblica per erigere un monumento per onorare la memoria dei Martiri di Belfiore. Venne affidato ad una Commissione esecutiva l'incarico di raccogliere le offerte e di riunire l'Assemblea degli oblatori perché stabilisse tutte le modalità di attuazione. La Commissione, oltre alla decisione di far erigere il monumento ai Martiri di Belfiore in Piazza Sordello a Mantova, commissionando l'opera allo scultore Pasquale Miglioretti, decise di affidare allo stesso artista l'esecuzione di un Tumulo marmoreo a ricordo dei dieci degli undici martiri sacrificati che dovesse essere posto a Curtatone, nella spianata di Belfiore, alla cui giurisdizione territoriale era soggetta quella località suburbana. Il Tumulo commemorativo è tutto di marmo bianco di Verona, delle cave di S. Ambrogio. E' composto di cinque pezzi, quattro che costituiscono la base, a due gradini ciascuno, congiunti fra loro in modo da formare nell'interno un parallelogramma, e un pezzo a mò di tumulo, che poggia sugli altri quattro e recante sulla sua facciata i nomi degli undici Martiri. Il 3 dicembre del 1872 nella sala della Presidenza della Giunta Comunale di Mantova, alla presenza di una rappresentanza del Comune di Curtatone e del Comune di Mantova veniva effettuato l'atto di consegna del monumento dei Martiri di Belfiore, eretto in Piazza Sordello, al Municipio di Mantova e del ricordo marmoreo collocato sulla spianata di Belfiore al Municipio di Curtatone. Il 9 marzo 1867 il generale Giuseppe Garibaldi commemorava i martiri piantando sulla fossa di Belfiore una bandiera tricolore.  Nel Comune di Curtatone si trovava anche prima delle riduzioni territoriali del 1906, del 1925, del 1933 e del 1943, il BIANORIS SEPULCRUM sepolcro di Bianocmore mitico fondatore di Mantova insieme alla madre, l'indovina Manto da cui la città prese il nome.

Tale sepolcro sorgeva alle porte di Mantova ed era il primo monumento che appariva da lontano agli occhi dei viandanti secondo quanto citato anche da Virgilio nelle Bucoliche, alla nona Egloga: "Hic adeo media est nobis via, namque sepulcrum incipit apparere Bianoris" (IX – 60). (di qui siamo a mezza strada, infatti comincia ad apparire il sepolcro di Bianore). Tutti gli storici hanno dichiarato, e la tradizione lo conferma, che questo antico sepolcro, che era una costruzione di forma circolare, sorgesse in una località fuori porta Pradella quindi nel territorio del Comune di Curtatone che aveva giurisdizione, ancora agli inizi del secolo scorso, proprio fino alla porta Pradella. Il sepolcro di Ocno Bianore era stato localizzato sulla riva del lago, in zona Belfiore distante dalla città poco più di un miglio.

In epoca cristiana, quel monumento pagano fu distrutto e vi si eresse la prima chiesa di San Lazzaro distrutta nel 1630 dai Lanzichenecchi (sacco di Mantova) e ricostruita in seguito in un luogo più lontano dai bastioni della città e quindi al riparo da possibili azioni di guerra come risulta da un documento del 1730 conservato presso l'Archivio Diocesano di Mantova

Personaggi storici

siliprandiSiliprandi Francesco
Ha i natali a Curtatone nel 1817, fu capitano garibaldino e decorato di cinque medaglie; partecipò al moto insurrezionale contro l'Austria che sarebbe stato chiamato poi di Belfiore, dal nome della località dove i Martiri vennero giustiziati. Fu carcerato politico nel castello di Mantova. Abiterà poi a Casatico di Marcaria (MN) dove fonderà la società di mutuo soccorso.
È tra i più attivi organizzatori delle rivendicazioni contadine di fine secolo nel mantovano, stampa memorie politiche mantovane nel periodo dal 1848 al 1866. Fonda il giornale "IL LAVORATORE".

Mons. Luigi Martini (1803-1877 Sustinente MN)
Fu parroco di Levata, frazione di Curtatone. Ebbe l'incarico di assistere i condannati politici rinchiusi nel castello di Mantova tra il 1850 e il 1855. Fu amico e confortatore dei cospiratori mazziniani condannati a morte per aver aderito al moto insurrezionale contro l'Austria detto di Belfiore. Rettore del seminario diocesano e canonico di S. Barbara. Lasciò le sue memorie nel libro "IL CONFORTATORIO DI MANTOVA". Il suo monumento tombale trovasi a Levata.

bertaniGiuseppe Bertani (1873-1919)
Nativo di Buscoldo, altra frazione di Curtatone, nei primi anni del secolo, con le rivendicazioni contadine si distinse per capacità e rettitudine, fu organizzatore sindacale e fondatore di cooperative. Morì a Mantova durante una manifestazione popolare il 4 Dicembre 1919; nel Comune è rimasto vivo il ricordo di questa figura, la nuova cooperativa di Buscoldo infatti porta il suo nome.

Pierino Pari (1920 - 1943)
Nato a Buscoldo, Caporal Maggiore della Divisione "Acqui" che combattendo a Cefalonia non esitò a sacrificare la propria vita. Fu insignito alla memoria di medaglia d'argento al valor militare.

Maffizzoni Enrico (1915 - 1941)
Nato a Buscoldo, Caporale dell'80° Reggimento Fanteria deceduto sul fronte russo e insignito di medaglia d'argento al valore militare. Il Presidente Ciampi, il 4 Novembre del 2000, nella cerimonia presso il Sacrario di Redipuglia, ricevendo le urne dei caduti sul fronte russo, simbolicamente ne prese in consegna quattro, una delle quali conteneva appunto i resti mortali del Caporale Enrico Maffizzoni.

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