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I Madonnari a Grazie: passato e presente

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A custodire e valorizzare l'antica tradizione dell'arte del gessetto è il Centro Italiano Madonnari di Curtatone (CIM), che ogni anno collabora con l'Amministrazione Comunale e la Pro Loco per l'organizzazione del concorso.

Per approfondire i significati, la storia, le tecniche che caratterizzano questa espressione artistica e il modo in cui essa ha trovato a Grazie di Curtatone il suo punto di riferimento, proponiamo un contributo di Paola Artoni*.

Le varie sezioni del testo possono essere visualizzate consultando gli articoli riportati sotto.

Nell'occasione ringraziamo l'autrice e ne pubblichiamo, di seguito, un curriculum sintetico.

* Paola Artoni si è laureata in Lettere Moderne con una tesi di Storia dell'Arte Moderna su "L'impalcato ligneo e l'apparato scultoreo del Santuario della Beata Vergine delle Grazie", ha conseguito il dottorato di ricerca in Beni Culturali con una tesi intitolata "Alla ricerca dei frammenti perduti: per una ricostruzione virtuale delle collezioni dei conventi francescani di Mantova". Dopo avere lavorato per dieci anni presso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali -Soprintendenza di Mantova, Brescia e Cremona (sede di Palazzo Ducale), dal 2010 è funzionario del Centro Laniac (Laboratorio di Analisi Diagnostiche Non Invasive per l'arte antica, moderna e contemporanea) dell'Università degli Studi di Verona, dove è anche cultore della materia per le cattedre di "Storia delle Tecniche artistiche" e "Storia del Restauro" e contrattista per l'insegnamento di "Introduzione alla diagnostica applicata alle opere d'arte" nel corso di Beni Culturali.
Collabora con la Diocesi di Mantova nel progetto di schedatura delle opere d'arte del Santuario della Beata Vergine delle Grazie.
Ha pubblicato numerosi articoli e saggi di storia dell'arte, di storia del restauro e di diagnostica applicata ai beni culturali. È giornalista pubblicista e come critico d'arte ha inoltre curato mostre d'arte contemporanea per spazi pubblici e privati ed è autrice di numerose monografie.
E' Direttrice della Scuola comunale di Arte Madonnara ed è stata presidente del CIM, Centro Italiano Madonnari di Curtatone.

 

L'arte dei Madonnari è arte sacra

madonnari benedizione gessiL'arte dei madonnari che si presenta a Grazie si può definire arte "sacra". Con questo termine si rimanda al significato di sakros, che in latino arcaico indica ciò che è dedicato alla divinità e al suo culto.

Più nello specifico una caratteristica che distingue il concorso mantovano rispetto ad altre manifestazioni di pittura di strada è la connotazione di arte sacra ispirata alla tradizione cristiana.
Non è una specifica senza conto poiché esistono nel mondo molte espressioni di arte sacra ma che fanno riferimento ad altre religioni.

L'arte dei madonnari è quindi un'arte "sacra" per il tema che i pittori di strada sviluppano ma anche per il "sacrificio" che essi stessi compiono nel dipingere chini sull'asfalto sfumando i colori con i polpastrelli.

L'arte dei Madonnari è arte popolare

sagrato2015 x webL'arte dei madonnari che da quarant'anni illumina il sagrato di Grazie è un'arte popolare.
Nella sua semplicità di linee, di colori, di volumi, di stilizzazione è immediatamente amata dal pubblico e suscita molte emozione.

Si può affermare che i dipinti dei madonnari fanno parte della stessa tipologia di arte sacra popolare cristiana alla quale appartengono i presepi, le statue delle Madonne vestite, le croci con i simboli della Passione, le santelle, gli ex voto per grazia ricevuta.

L'arte dei Madonnari è arte effimera

madonnari copertoL'arte dei madonnari è un'arte "effimera". Con questo termine, che deriva dal latino tardo ephemerus e che significa ciò "che dura un solo giorno", si sottolinea l'aspetto non permanente della pittura su asfalto. I dipinti dai madonnari sono infatti realizzati con materiali polverosi e sono sottoposti ai capricci del clima.

Un acquazzone può lavare le opere e allora... i madonnari riprendono con pazienza il lavoro dall'inizio.
Se dovessimo indicare un'analoga arte che sintetizzi in sé i caratteri dell'arte effimera, sacra e popolare potremmo fare riferimento nel contesto cristiano alle infiorate mentre per, quanto riguarda altre culture, si trovano dei punti di contatto con i kolam indiani (linee di polvere di riso stese a mano dalle donne su un terreno preparato con una miscela di letame bovino e acqua che, secondo la tradizione, purifica il luogo), i dipinti di sabbia dei Navajo e i mandala di sabbia tibetani (la cui distruzione è una cerimonia rituale precisa, con la sabbia utilizzata che viene rilasciata nella natura).

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