Una fiera, storicamente, nasce come festa religiosa, come momento celebrativo di una ricorrenza del calendario liturgico, cui si associa inevitabilmente l’idea di svago e di ricreazione. E così è per la Fiera delle Grazie, nata per celebrare il giorno dell’Assunzione di Maria Vergine, il giorno 15 agosto.
All’origine della Fiera delle Grazie è l’edificazione del Santuario voluto da FRANCESCO GONZAGA, IV Capitano del Popolo, nel 1399 e consacrato nel 1406.
Per tradizione, la costruzione e l’annesso convento, assegnato ai Frati Minori di San Francesco, rappresentarono l’adempimento di un voto per la cessazione della peste, ma fu anche l’espressione di un piano preciso di presidio delle vie d’acqua: ciò è evidente se si considerano anche gli altri complessi religiosi voluti dai Gonzaga quali la Certosa (demolita ai primi del 1800), la Chiesa degli Angeli, la Chiesa di San Francesco e la Chiesa del Gradaro.
La Fiera delle Grazie viene ufficialmente istituita l’11 agosto 1425 tramite grida del V Capitano del Popolo GRANFRANCESCO GONZAGA (futuro Primo marchese).
Il bando permette a cadauna persona teréra o forestéra che il giorno della Madonna e la vigilia se possa vendere et comprare vino, pane, carne cruda et cocta …senza datio né gabella alcuna a minuto et non ingrosso. (ASMn, AG, b. 2038-39, f. 3)
Per tutto il Quattrocento, la Fiera si configura solo come festa religiosa tanto che nelle gride è fatto divieto esplicito di balare over dansare per modo alcuno suso la Campagna de Madona Sancta Maria de Gratia sotto pena de dece libre de Mantua (ASMn, AG, b. 2038-39, f. 3).
Nel 1488, segno che l’evento è in via di espansione, per la prima volta una grida proibisce di portare in Fiera arme di sorta alcuna la vigilia et il zorno predicti nel dicto loco de nostra Donna, sotto pena de 25 ducati … et de tri tracti de corda … (ASMn, AG, b. 2038-39, f. 9), tratti di corda o squassi che a Mantova venivano solitamente inflitti sotto il vòlto dell’Arengario, che collegava il Palazzo del Podestà al Palazzo della Masseria.
La grida del 14 luglio 1499, emessa dal marchese FRANCESCO II GONZAGA, felice che el paese per gratia de Dio sia netto et mondo de ogni macula de contagione, allarga in modo significativo il campo della contrattazione permettendo che si possano commerciare de le robe et de le merce liberamente e senza alcun pagamento di datio (ASMn, AG, b. 2038-39, f. 9).
Ma, nonostante l’intensificarsi dei traffici, l’aspetto spirituale e devozionale della Fiera non viene meno; anzi FERRANTE GONZAGA, terzogenito di Francesco II ed erede della Corte di Curtatone dal 1519, per il Santuario delle Grazie, commissiona a GIULIO ROMANO una pala d’altare dedicata all’Assunzione di Maria Vergine.
Dal 1563 la Fiera delle Grazie assume una straordinaria rilevanza: il duca GUGLIELMO GONZAGA innanzi tutto ne porta i giorni da tre a nove, più quattro di contrabando (tolleranza); amplia di poi notevolmente le possibilità di contrattazione inserendo nell’elenco delle merci ammesse ori, argenti, gioie, brocati, drappi di seta, panni di lana, ferrarezze, grassine, et merci di altra sorte, bestie parimente di ogni sorte; ed infine, altra importante novità, il commercio è permesso liberamente sia al minuto sia all’ingrosso. (ASMn, AG, b. 2040-41, f. 22)
Nel 1591 i FRATI FRANCESCANI, proprio a causa dell’estensione e dell’importanza che sta assumendo la Fiera, fanno costruire sul lato ovest del piazzale di fronte al Santuario una porticaglia per favorire sia i pellegrini sia le attività mercantili.In questo connubio tra aspetto religioso e aspetto economico va sottolineato il ruolo attivo dei Frati, che ogni anno sollecitano la promulgazione della grida relativa alla Fiera, ben consapevoli delle implicazioni economiche che essa comportava anche per le casse del convento.
Nel 1652 il duca CARLO II GONZAGA NEVERS decreta il permesso di costruire, nell’area del piazzale, le botteghe in pietra anziché in assi, per levare varij incomodi et abusi, per riporre le merci … che oltre la commodità grande, et honorevolezza della fiera riusciranno di sicurezza alle robbe, et merci medesime, che non si guasteranno dall’improvvise piogge come tal volta solevano…(ASMn, AG, b. 2040-41, f. 28).
La complessa organizzazione della Fiera
In occasione della Fiera si trasferiscono a Grazie: Il COMMISSARIO di Curtatone (responsabile) e il suo Notaio, il CAPITANO DI GIUSTIZIA del Tribunale di Giustizia Criminale, l’ AUTORITA' MILITARE con truppe pedestri e a cavallo, il MAGISTRATO DI SANITA', il BARGELLO con i suoi birri, i CONSOLI dell’UNIVERSITA' MAGGIORE dei MERCANTI di MN, l’Ufficio di DOGANA in Fiera, il TRIBUNALE DEL MAESTRATO CAMERALE.
Nei giorni della Fiera, quindi a Grazie si creava una sorta di ZONA FRANCA con un CENTRO DIREZIONALE (presso la Palazzina), un CENTRO D’AFFARI per lo scambio delle mercanzie (sul Sagrato e vie adiacenti) e i suoi VASTI PRATI per la contrattazione del bestiame, che si abbeverava nella vicina Seriola Marchionale.
Le gride che si susseguono durante il governo asburgico dopo la caduta dei Gonzaga (1707), così come quelle del breve intervallo francese (17971814), sostanzialmente riconfermano le direttive emanate in precedenza salvo alcune restrizioni.
Nella seconda metà del ‘700, MARIA TERESA D’AUSTRIA ha soprattutto il merito di aver alleggerito la vecchia struttura amministrativa e giudiziaria, spesso d’intralcio al mercato.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, la Fiera riprende la sua tradizione di grande momento devozionale e di mostra-mercato del bestiame, ottenendo un successo straordinario.
A metà degli Anni Sessanta, di fronte ad una imponente rassegna di moderne macchine agricole, la Fiera come pluricentenaria mostra-mercato del bestiame e soprattutto dei cavalli inizia un periodo di declino nonostante nel 1971 si registrino ancora 100.000 presenze e ottimi affari.
Ma è proprio in questo momento che la Fiera, decaduta sul piano del commercio bovino, nel 1973 rinasce con una originale manifestazione legata al mai sopito spirito devozionale verso la Madonna delle Grazie: Gilberto Boschesi e Maria Grazia Fringuellini chiamano a raccolta sul Sagrato del Santuario i MADONNARI, che con i loro gessetti colorati renderanno di nuovo viva più che mai la fiera, creando effimeri quanto straordinari capolavori.
Nel 1991, PAPA GIOVANNI PAOLO II visita il Santuario di Grazie, accolto da un’opera immensa realizzata sull’asfalto dai Madonnari. Il dipinto, su disegno di KURT WENNER, viene siglato dallo stesso pontefice.
I Madonnari realizzano le loro opere tra la sera del 14 e il 15 agosto, giorno culminante della Fiera delle Grazie.
Testi gentilmente concessi da Silvana Luppi